Dischi '22 #2: Cinder Well & Jim Ghedi; Meghan Henderson; Jordi Savall & Le Concert des Nations; The Second Hand Orchestra
Teste ramate dalla costa ovest, altra Caledonia, il senso della Catalogna per Beethoven
[EP] I Am A Youth That's Inclined To Ramble - Cinder Well & Jim Ghedi
Sembrano separati alla nascita, belli e ramati, e negli ultimi due anni hanno portato nuove nubi alla troppo solare scena folk con due dischi scaberrimi, impreziositi dalle rispettive vocalità da oltre il tumulo (un po' più bello quello di lei, l’ottimo No Summer, se chiedete a me). In quest'epoca di ripresa degli eventi si esibiscono insieme e, per l'occasione, hanno proposto due tradizionali arrangiati in cui si alternano alla voce principale, ambedue a tema separazione che ultimamente si porta. Ci vuol poco ed è un momento magico, sparatevelo subito invece di leggere me che blatero.
Pilgrim Souls - Megan Henderson
Già membro chiave dei Breabach (uno dei gruppi caledoni di punta oggi, se non altro per popolarità), ora al primo disco solista, Megan Henderson propone un concept album che fa un po' da colonna sonora ai dipinti della conterranea Christine Clark. Come molto folk scozzese di oggi sembra prendere la lezione di Silly Wizard e Old Blind Dogs un po' troppo alla lettera e si basa su un'esecuzione molto precisa e virtuosistica ma, a mio giudizio, fredda. Qui abbiamo qualcosa del genere, con un disco che si definirebbe "d'atmosfera" in un modo che va pericolosamente vicino al "di sottofondo". Cosa strana, pur così formulare in generale il disco è punteggiato di momenti realmente interessanti e quasi d'accademia (come l'ostinato di Ascending), che contribuiscono ad aggravare la voglia di maggiore coraggio. Ad ogni modo The Dawn Chorus può essere il singolo gallico che vi svolta la giornata, e anche se non mantiene del tutto al presente, il disco promette per il futuro.
Beethoven - Révolution: Symphonies 6 à 9 - Jordi Savall & Le Concert des Nations
Senz'altro tra i più grandi musicisti viventi, Jordi Savall non sta mai fermo e porta a compimento una delle sue fatiche massime: l'esecuzione filologica delle sinfonie di Beethoven, di cui è fresco il secondo volume. Mi limito a una segnalazione perché per scriverne occorrerebbe un vero musicologo, del resto è evidente la differenza in molti colori e nell'interpretazione di diversi ritmi, così come la ricerca di un equilibrio maggiore nelle masse orchestrali - coi fiati che emergono più che altrove, soprattutto. Sorprendente.
Reimagining The Wide, Wide River - The Second Hand Orchestra
Dopo il consorzio con James Yorkston che giusto l'anno scorso ha donato al mondo il pazzesco The Wide, Wide River, l'ensemble nordico si riunisce di nuovo per delle jam session intorno alle idee musicali lì apparse. Fatico a immaginare qualcosa più di nicchia di un'appendice a un disco di nicchia, e capisco di non potermi aspettare che consigliarlo in lungo e in largo possa dare enormi frutti - ma è pur sempre l'occasione di raccomandare un disco persosi nel listone e che la mia indolenza, insieme al mio senso di inadeguatezza, mi hanno impedito a suo tempo di cercare di spingere come avrebbe meritato. Sparateveli tutti e due a scanso di errori.
Alla prossima! Raccomandate, commentate, amate.