Níjar - An Imaginary Soundtrack for Bodas de Sangre By Federico García Lorca — Paolo Angeli
ReR Megacorp/AnMa Productions, 2023
Quest’anno è tornato l’ormai prolificissimo Paolo Angeli, musicista ed etnomusicologo sassarese che si esibisce con la sua speciale chitarra sarda preparata a 18 corde che gli consente di esibirsi come una one-man band grazie all’uso combinato di pizzicato, archetto, martelletti, pedaliere ed eliche. Il nostro è in una fase di grande fermento, che lo ha portato a pubblicare Jar’a nel '21, con un’intersezione tra musica tradizionale sarda e post-rock così sapiente da poterla credere scontata; e a ripetersi nel '22 col concept album panmediterraneo Rade (di cui vi dissi a suo tempo).
Quest’anno le uscite sono due: Jalitah, registrazione di alcuni concerti tenuti qualche anno fa assieme a Iosonouncane; e un disco con nuovo materiale, appunto Níjar: come il titolo esteso suggerisce la scena si sposta in Spagna, dove Angeli ormai vive, e dove costruisce una colonna sonora ipotetica del dramma Nozze di Sangue di Federico García Lorca. Il tutto fu concepito durante le registrazioni di Rade, da cui l’uscita così a stretto giro.
Da buona colonna sonora, il disco si compone di diversi brevi episodi connessi all’intreccio, coi versi di Lorca cantati in spagnolo (una prima volta per Angeli), e un’ispirazione formale ascrivibile generalmente al flamenco e a quel che gli sta, anche insospettabilmente, intorno. Come sempre limitate le sovraincisioni, qui presenti solo nel brano Níjar (Sidra), composizione nata in modo indipendente su commissione di Medici Senza Frontiere, nel contesto del progetto fotografico EnfocAH.
Per il resto sono diffuse le elettroniche, specie con l’uso del moog, che raggiungono risultati di grande efficacia drammatica specie nel lungo e complesso Ramas de Sueños. Notevoli le suggestioni arabeggianti via archetto delle iniziali Cardos e La Nana; si passa all’arpeggio e a un flamenco più riconoscibile in Aljibe, con una progressione organica che esplora l’origine stessa del genere, per poi passare alla percussività e alle tecniche miste della tesa Jinete. Si arriva poi a episodi più dissonanti nei dintorni del Monólogo de la Luna. In chiusura una Sucia Arena squisitamente settantiana, col suo incedere via arco e organo su suggestioni prog, e l’accoppiata A Federico e Télon che, rispettivamente, riportano di prepotenza al flamenco e lo stracciano in un arpeggio drammatico e quasi rock.
Proprio come Rade, se non di più, il disco tende a richiedere l’ascolto per intero, alla ricerca di suggestioni musicali minute, da afferrare in una tessitura vocale e sonora intricata e fitta di sorprese. Se il tema del disco ne restringe un po’ il respiro rispetto ad altri di Angeli, la sua maestria è confermata una volta di più. Consigliato come esplorazione delle vere potenzialità della sempre troppo bistrattata musica latina.
Vi lascio col disco intero su Bandcamp qui sotto, e con una comunicazione di servizio: a partire da lunedì prossimo inizia la nuova edizione della Playlist dell’Avvento, che proseguirà per un totale di quattro appuntamenti per le quattro settimane fino alla Vigilia. Quanto al resto, non so: l’idea generale sarebbe di proseguire con Piffero Roundup, provvisoriamente spostato al venerdì; ma se, com’è prevedibile, le nuove uscite dovessero venire monopolizzate dal tema natalizio, allora sospenderò la rubrica fino all’anno nuovo — in favore, magari, di qualche altra scheda singola. Staremo a vedere. Per intanto vi saluto, vi ringrazio per il seguito, vi invito di nuovo a farmi un po’ di passaparola e vi aspetto alla prossima.