Piffero Roundup #2: le uscite della settimana 13-19 novembre '23
Montenegrin Guitar Duo, Peter Gabriel, Hannah Read, Sam Lee e tanto altro
Il successo del precedente roundup è stata, diciamo, media: senz’altro inferiore rispetto alle schede dei dischi più seguite, ma niente male. Forse ha inciso negativamente la genericità del titolo, cosa su cui mi metterò a sperimentare. Vedremo. Ma ora si comincia.
Lunedì 13 era luna nuova e Peter Gabriel ha fatto uscire puntuale uno dei suoi mix: questa volta di And Still, intricata ballata dedicata alla madre (una sorta di equivalente materno della sua vecchia Father, Son) con un inserto orchestrale nel mezzo che riporta agli ascolti materni di gusto anni '40 — in allegato un dipinto di Megan Rooney. Il disco i/o è ormai in dirittura d’arrivo, il primo dicembre, e manca solo una traccia prima di sentirlo tutto. Rinvio al brano e al mio reportage sul concerto di Milano dello scorso maggio, con mie digressioni sull’operazione i/o e su Pigì in generale.
Restando in ambito Real World Records, abbiamo l’accoppiata Fabiano do Nascimento, chitarrista brasiliano, e Sam Gendel, sassofonista statunitense, di cui uscirà a gennaio The Room, con esecuzioni di standard e brani da tutta l’America Latina. Qui il singolo brasilianissimo Foi Boto.
L’altra volta mi ero scordato di Anna Mieke, che propone un nuovo brano proveniente dalle sessioni del suo (ottimo) ultimo disco Theatre. Di seguito il video di questa nuova Ornament e il link alla newsletter in cui dissi del disco.
Nulla sapevo di Lau Nau, al secolo Laura Naukkarinen, cantante di Helsinki di cui è uscito di fresco il disco Aphrilis. Il singolo April rimanda ad atmosfere proprie dei Sigur Rós, il che per me non è esattamente un complimento, quantunque le riconosca a pelle maggiore sapienza e assai minore abbandono alla tematica del fanciullino in ghiaccio che caratterizza loro. Potrebbe essere di vostro gusto, quindi propongo April e il disco intero.
Cantante e violinista di origini caledoni ma californiana di adozione, Hannah Read pubblica The Fungi Sessions vol. 1, curiosa operazione di concept album folkeggiante (nonché interamente strumentale) a tema micologico. A quanto pare la Read deve questa insolita passione al padre Nick Read, micologo che pare avere una più che buona nomea nell’ambiente. Il disco è, in effetti, un amalgama di Caledonia e West Coast davvero curioso, e con gusto paragonabile a quello di altri nomi più blasonati — in effetti, meglio questo che un incomprensibile passo falso come Escape That di Sam Sweeney. Lascio il video di Silverphae e il disco intero su Bandcamp.
Finalmente un po’ di musica colta su Piffero Roundup! A sorpresa la Naxos ci offre un’esibizione del Montenegrin Guitar Duo, composto da Goran Krivokapić e Danijel Cerović — come si arguisce facilmente, due chitarristi classici originari del Montenegro. Nel '18 l’etichetta pubblicò in due volumi le loro esecuzioni delle suite inglesi di Bach, originariamente per clavicembalo e trascritte, si capisce, per chitarre acustiche. Deliziatevi con questa esecuzione, calda e precisa, della suite n. 6.
Altro giro, altro Bach trascritto: questa volta Alon Sarel esegue la partita per violino n. 3 in Mi maggiore in vista del suo Plucked Bach II, in uscita a gennaio.
Tornano i The Dead South, bluegrassari del Saskatchewan, con un brano originale, dopo la spassosissima raccolta di cover illustri di Easy Listening for Jerks in due EP. Vi lascio alla truce Tiny Wooden Box e al mio scritto sul lavoro precedente.
Debuttano gli Harp, nuovo gruppo formato da Tim Smith, ex cantante dei Midlake, e dalla moglie Kathi Zung. Il disco Albion esce a dicembre sotto l’etichetta Bella Union di Simon Raymonde, ex membro dei Cocteau Twins, e sentendo il singolo A Fountain siamo proprio da quelle parti lì: una nostalgicissima ventata di new wave melanconica con, appunto, un po’ di Cocteau Twins, un po’ di Tears for Fears, e riffettini che potrebbe averli fatti Robert Smith pari pari. Preferirei più coraggio, ma sono moderatamente intrigato. Lascio il videoclip di A Fountain con titolazione memore della vecchia MTV e il lyric video del precedente Throne of Amber, che mi era sfuggito.
Colui! Torna il grande Sam Lee, in occasione del suo film naturalistico The Nightingale’s Song e in vista di un nuovo disco, Songdreaming, previsto per marzo. Godete la sua Bushes and Briars, tradizionale arrangiato nel suo stile per un risultato teso e concitato che non delude; e vi rinvio anche a quel che scrissi del precedente Old Wow.
È stagione di esibizioni natalizie, e tocca ai Beddi Musicanti di Sicilia, capeggiati dal polistrumentista Giampaolo Nunzio. Per ora non c’è che un promo, con assaggini dell’approccio, sempre sapiente ed energico, al repertorio locale.
Non può mai mancare l’Ibernia in questi lidi. Niamh Bury, cantautrice dal bel registro di contralto scuro, continua a sfornare singoli. Stavolta tocca a Wexford Lullaby, brano interessante nel modo in cui sembra una variazione su quell’ultraclassico che è My Lagan Love. Di long playing in uscita niente so.
Finiamo nel Regno Unito, con Ma Polaine's Great Decline: la coppia blues-country melanconica in salsa britannica composta da Beth Packer e Clinton Hough riregistra la loro non più nuovissima Small Town (del '15), per un risultato un po’ West Coast un po’ Tom Waits, se la cosa ha senso.
Ed eccoci alla fine per questa seconda uscita. Nel resto della settimana cercherò di pubblicare un paio di schede di dischi singoli, sovrabbondando un po’ dato che sono indietro — non so se ci riuscirò, ma almeno con una dovrei farcela. Dalla settimana prossima alternerò i roundup alla Playlist dell’Avvento, e vedrò di usare il tempo per produrre altre schede da mettere in coda nell’anno nuovo — come non feci in estate, quando riciclai tanti miei vecchi scritti ma con tale frequenza, e con tanto tempo dedicato alla loro revisione, che a settembre mi sarei ritrovato punto e a capo. Alla prossima.