Piffero Roundup #3: le novità dal 20 al 30 novembre '23
King Buffalo, Kutiman, Nick Hart & Tom Moore, Peter Gabriel, iyatraQuartet, Jim Moray, The Furrow Collective e altro
Innanzitutto, la newsletter del Piffero si raccoglie per la recentissima scomparsa di Shane MacGowan. E tanto più per onorarne la memoria, ci dà dentro con la musica.
I sensazionali King Buffalo, alfieri di un intrippante heavy psych a tre, stanno chiudendo in bellezza il loro fortunato tour trainato dal bellissimo Regenerator dello scorso anno e ci fanno una bella strenna: un disco live, registrato in occasione del festival Burning Man di Black Rock City — quest’ultima una città estemporanea, messa in piedi ogni anno per l’occasione nel mezzo del deserto del Nevada — da scaricare gratuitamente o con offerta libera. Vi lascio al video della coda del concerto, alla pagina Bandcamp da cui ascoltare & scaricare, e a un rinvio al Piffero Reportage sull’esibizione a Milano dello scorso anno.
Un altro “lungo”, questa volta da Kutiman, pioniere israeliano dell’elettronica sempre prolificissimo. Qui il video del terzo volume delle sue Ambient Improvisations, registrate in presa diretta. Se vi piace avere un po’ di atmosfera in salotto, non posso che raccomandare il suo approccio, un po’ mediorientale e un po’ afro beat, alla materia.
Un’altra breve esibizione dal vivo, questa volta dallo iyatraQuartet, in chiusura della loro campagna di raccolta fondi per il nuovo disco Wild Green — con una sugosa anticipazione di quest’ultimo. Di loro ho sempre voglia matta e la campagna ha avuto pieno successo, attendo fiducioso.
Una bella ballatona dal vivo da parte di Pharis & Jason Romero, accoppiata bluegrass canadese che fa parte dell’ottima scuderia di Smithsonian Folkways. Il brano è tratto dal penultimo Bet on Love, ma mi sento di raccomandare anche Tell 'Em You Were Gold dello scorso anno.
Eccoci nel pieno territorio del mio amatissimo folk isolano, col ritorno a stretto giro di quel grosso di Nick Hart! Questa volta il nostro ha collaborato con Tom Moore, suonatore di viola e produttore per la Slow Worm Records, giovanissima e promettente etichetta folk: Nick presta la propria voce e una viola da gamba (c’è qualcosa che quest’uomo non suoni?), i due improvvisano un po’ di tradizionali registrandoli in presa diretta, aggiungono a posteriori dei drone fatti allo harmonium e confezionano un fior di disco, The Colour of Amber. Per sentirlo tutto su Bandcamp occorre comprarlo; ma vi si possono comunque apprezzare le notevolissime versioni di The Jolly Bold Robber e The Raggle Taggle Gypsies. Pur facendolo meno volentieri, vi metto il disco intero su Spotify, e mi permetto poi di aggiungere un link a quando vi raccontai di Mr. Hart in occasione del suo precedente Nick Hart Sings Ten English Folk Songs.
Estemporaneo video dal vivo delle Magpies, in una formazione evidentemente diversa — manca il banjo di Kate Griffin dei Mishra, forse perché impegnata su quel fronte, sostituita dalla chitarrista Ellie Gowers. Comunque, strumentalino di un certo livello.
Ormai ci siamo: il primo dicembre è il giorno d’uscita di i/o, l’ultimo di Peter Gabriel dopo 21 anni. La settimana scorsa, col plenilunio, è uscito il brano che ancora mancava, Live and Let Live, una tipica coda d’album dal tono risollevante e dall’arrangiamento straripante. Stavolta, dato che c’era da chiudere tutto, i mix chiaro e oscuro sono usciti in contemporanea.
Vi lascio col brano nelle due versioni (il pezzo d’arte commissionato stavolta è una tuta ad opera di Nick Cave, omonimo del cantante), con l’ultimo aggiornamento video di Pigì — molto incentrato sulla natura terapeutica e di consolazione della musica, a fronte di una situazione internazionale difficile e pregna di sofferenza —; e infine, di nuovo, col link al mio reportage del concerto di maggio a Milano, che comprende considerazioni su i/o e sul mio pluriennale rapporto con Pigì.
A margine: noticina di demerito per la presenza di Paolo Fresu, ma per avere una particina di tromba intestata a un nome famoso ci può stare, via.
Torniamo ancora al folk isolano: è uscito We Know by the Moon, nuovo disco del supegruppo folk anglocaledone The Furrow Collective. Composto da Lucy Farrell, Rachel Newton, Emily Portman e Alasdair Roberts, il gruppo si caratterizza per variazioni virtuosistiche su tradizionali con arrangiamenti belli cicci, con pluralità di voci (anche in brani a cappella, come O Watch the Stars), ottime interazioni strumentali e composizione invero alquanto convenzionale, dove le tipiche radici settantiane e skiffle risaltano subito — realmente distintiva è l’arpa di Rachel, usata in genere per costruire continui o commenti estemporanei come usa oggidì (se ne sente un buon esempio in Apprenticed in London). Il tema prettamente notturno e lunare del disco potrebbe prendervi bene durante quest’Avvento.
Non ci si sposta di tanto e si va a Liverpool, la città di Jim Moray, grande nome folkettaro di cui è uscito di fresco Beflean : An Alternative History 2002-2023. Come il titolo suggerisce il disco è una summa degli ultimi vent’anni di carriera, con riesecuzioni di brani già incisi e altri rimasti in incubazione e mai incisi prima — ciascuno con qualche ospite illustre. Personalmente non impazzisco per l’approccio prettamente beatlesiano alla materia proprio di Moray, ma il talento e la consapevolezza sono lì e non si possono negare. Lascio l’audio del nuovo pezzo più notevole, Lord Douglas con Angeline Morrison (awww!) e BJ Cole, e il disco su Bandcamp.
Chiudiamo con la colta: in casa Alia Vox, l’ormai leggendaria etichetta di Jordi Savall, si giunge al termine dell’operazione “Beethoven Revolution”, la riesecuzione delle massime opere di Beethoven secondo un’attenta ricostruzione dei crismi dell’epoca e degli intenti originari, tentando di disincrostarle dalle sedimentazioni interpretative: dopo le sinfonie tocca ora alla Missa Solemnis. Esecuzione, al solito, della Capella Nacional de Catalunya e del Concert des Nations. Il disco è già disponibile presso il sito ufficiale; qui lascio il video promozionale e un link a quando scrissi io delle sinfonie.
Bene, con questo esteso riepilogo del piffero abbiamo finito. Vi aspetto presto, ossia lunedì, quando proseguiremo con la Playlist dell’Avvento. Al solito, se vi piace quello che combino vi invito a passare parola. Alla prossima!