Piffero Roundup #33
iyatraQuartet; North Sea Radio Orchestra; Inni-K; Lisa Hannigan; Lady Maisery, Jimmy Aldridge & Sid Goldsmith; Cole Stacey
Piffero Roundup è la rubrica con cui tengo il passo delle musiche che ci interessano, raccontandovi un paio di dischi e qualche brano singolo di recente uscita.
Riepilogo molto isolano stavolta — e pure bello in ritardo. Forza.
A un bel pezzo dalla campagna di crowdfunding torna il funambolico iyatraQuartet, il complesso di folk cameristico e intriso di contemporaneità che ci aveva preso bene con This World Alone nel '16 e ancora meglio con l’esplosivo Break the Dawn del '20, un affresco ossessivo, irruente e neopagano che mi affascinò parecchio a suo tempo. Questo nuovo Wild Green vuole essere celebrativo della natura e dell’acqua e si assesta su toni più solari ed espansi, per quanto a mio gusto meno graffianti che nel precedente.
Il disco è stato registrato al Lightship 95 Studio, ricavato da un faro galleggiante, e il repertorio pesca da brani in inglese moderno e medio e occitano (la decolonizzazione galoppa, gente!). Il quartetto è sempre quello, con George Sleightholme al clarinetto, Alice Barron al fiddle, Rich Phillips al cello, Will Roberts alle percussioni e tutti e quattro alle voci. Si parte dal coro di Mandje, cullante brano recitativo basato sulla fiaba del pescatore e sua moglie dei Grimm; si prosegue con New Life, dal crescendo percussivo dedicato all’equinozio di primavera, e si prosegue coi soliti scrigni di trovate del quartetto. Si segnalano inoltre la title track, ripensamento di un brano dell’ormai in piena riscoperta Ildegarda di Bingen, l’ellenica Helios, lo splendore provenzale di Beatriz che cita espressamente A chantar di Beatriz de Dia, e la ninnananna in chiusura di Lullay. Come dicevo, non ha il mordente arcaico di Break the Dawn, ma se si preferisce qualcosa di più contemplativo, si casca bene.
Da Salisbury torna a sorpresa la North Sea Radio Orchestra, il favoloso ensemble di folk da camera capeggiato dal direttore e polistrumentista Craig Fortnam che da vent’anni impazza. Invero siamo a ben nove anni da Dronne, l’ultimo disco di inediti compiuto, e nel mentre sono usciti soltanto Folly Bololey, disco di riesecuzioni di musiche di Robert Wyatt insieme a John Greaves e Andy Barbazza, e Gap Species, raduno di registrazioni risalenti a prima del debutto.
Questo nuovo Special Powers arriva quindi a sorpresa dopo che Fortnam è parso completamente dedito al progetto Arch Garrison, duo più poppeggiante formato da lui e James Lacombe, a sua volta pianista e tastierista dell’orchestra. Qui siamo invece di fronte a un aggiornamento lineare della proposta dell’orchestra — si diceva, un folk da camera venato di elettronica, con tanto Benjamin Britten, un pizzico di Delia Derbyshire e un approccio squisitamente Brit al servizio di brani ben assemblati su motivi ficcanti. Se si spinge su suggestioni elettroniche settantiane nell’apertura di Mansions in Eternity, si segnalano poi i singoli, due splendide canzoni all’altezza della fama dell’orchestra impreziosite dalla bella voce mezzosopranile di Chantelle Pike: laddove Hearty è più corale e psichedelica, dopo l’interludio orientaleggiante di Barrel si passa alla più ariosa e romantica All Alice Like, un pezzo di bravura in tempo di valzer reminiscente di Vishnu Shist (singolo tratto da Dronne). Completano il quadro il prog piacevolmente ruffiano della title track, la polifonia con martellamento elettronico di Full Human, l’interludio arpeggiato di Guitar Miniature No. 5 e la messe di suggestioni della conclusiva The Players Ask For A Blessing On The Psalteries And On Themselves, una poesia di W. B. Yeats musicata e chiusa con una coda estesa e saturante. Un ottimo ritorno, e un bel discone che lascia satolli. Se vi viene voglia di quell’Inghilterra lì, tuffatevi.
Spostandoci a Dublino, in ritardo (ma meglio che mai) ecco il nuovo singolo di Inni-K, la straordinaria cantante che unisce una vocalità liquida e cristallina a un approccio al trad e alla canzone sempre sorprendente. Ve ne avevo detto a proposito del bel terzo disco Iníon e della sua partecipazione al fantastico disco collaborativo delle Varo; ora torno a dirvene per questa nuova Beatha, un frizzante tradizionale per fiddle, percussioni e synth più ritmato ed esuberante delle ariosità tipiche degli sean-nós di Iníon. Del disco ancora nulla so.
Come vi dicevo l’altra volta, Lisa Hannigan da dama splendida e crudele quale è fa di tutto e di più fuorché pubblicare un disco nuovo e allentare la sua presa sul mio cuore devoto, e quindi ecco un altro suo pezzo — Disappear è un bel folk reminiscente dei suoi amati anni Trenta registrato al servizio di Strangers on a Bench, curioso podcast in cui Tom Rosenthal — che qui presta i cori, se non ho le traveggole — conversa con persone qualunque che trova sedute su una panchina in un parco. Non sto a dilungarmi ché tanto, per me, è amore incondizionato.
Torniamo in Angleterra e precisamente a Sheffield, per un nuovo singolo delle Lady Maisery! Dopo il bel tender di cui vi avevo detto, il grande supergruppo semivocale si riforma dopo i vari progetti singoli dei membri — in ispecie quella cannonata che è Start Close In, che ha visto impegnata Rowan Rheingans con la sorella Anna in una esplosione di grande folk a colpi di tambourine à cordes amplificato — per riprendere la collaborazione col duo Jimmy Aldridge & Sid Goldsmith, con cui nel '20 fecero quell’appuntamento fisso dei miei Natali che è Awake Arise : A Winter Album. L’idea è proprio quella di un seguito estivo di quel disco, dal titolo di Wakefire : a Midsummer Celebration. Questa prima Good As Gone è un’anteprima carica di attesa tanto quanto di quella melanconia invernale ancora da scrollare. Per il disco non ho una data, ma sarà cosa di mezz’estate, direi.
In chiusura non posso che omaggiare Cole Stacey, metà degli India Electric Co. con cui mi sono scambiato mail tanto cordiali. Qui una versione dal vivo di Feast of Fire, un esempio della tendenza, già dispiegata col gruppo, a servirsi di tempi gitani tratto dal suo Postcards From Lost Places di cui vi ben volentieri detto a suo tempo.
Questo è tutto per il riepilogo. Vi aspetto fra qualche giorno con la nuova iterazione dell’Estate col Piffero con playlist e vi auguro buona settimana. Alla prossima!