Piffero Roundup #10: Basia Bartz; Aziza Brahim; Gillian Fleetwood
Inoltre: Julie Abbé; Buzz' Ayaz; Gershwin Critical Edition; Ifrikya Spirit; Simon Jones
Rieccoci! Le uscite iniziano ad arrivare e inizio di conseguenza a faticare a starci dietro; vediamo come va. Cominciamo dai link alle ultime due presentazioni di dischi singoli — invariati rispetto allo scorso riepilogo, dato che nel mentre non ne ho scritta una nuova — vediamo i dischi in breve e andiamo avanti.
Cominciamo con un disco che, per le dimensioni, si potrebbe considerare un quasi-EP: si tratta di out of the woods, seconda uscita di Basia Bartz, musicista di base a Londra ma di origini polacche, che rielabora melodie tradizionali di entrambe le terre alternando viola, violoncello e piano con un tocco di chitarre e, soprattutto, elettronica. Il risultato mi è parso un po’ troppo laccato e bisognoso di più ispirazione, e realmente interessante soprattutto nei brani in cui emerge più chiaramente la Polonia (Red Apple // czerwone jabłuszko e Happy Hops // oj chmielu, chmielu). Ne risulta comunque un misto quantomeno bizzarro, che vale la segnalazione.
Notevolissimo l’esordio solista di Gillian Fleetwood, arpista e cantante di Glasgow già membro delle Duplets (assieme a Fraya Thomsen) e con vasta esperienza nella didattica dello strumento. In effetti questo Together with Yourself at Sea Level, raccolta di tanti episodi spesso minuti (ben 13 tracce per un disco sotto i canonici tre quarti d’ora), vede un’orchestrina con tanto di ottonista al servizio di una serie di pezzi di bravura all’arpa, anzi alle arpe, essendo presenti sia la poderosa Erard Grecian che la più piccola Mark Norris Scottish. Impressionante il lavoro timbrico, con l’arpa che dispiega mille possibilità e suona quasi chitarristica a tratti, nel contesto di piccole composizioni folkeggianti ma sempre consapevoli di che cosa accade nel territorio dell’accademia contemporanea. Saltuarie ancorché gradite le voci, con la titolare che dà sfoggio di una vocalità calda e grave il giusto (in questo spicca la centrale Cedar). I toni sono per lo più melanconici e solo saltuariamente melensi; forse in complesso un po’ freddi, e con un po’ più di mordente credo mi sarei innamorato senza speranza. Se avete la benché minima passione per l’arpa celtica in generale dovete darci un’orecchiata senza por tempo in mezzo.
Sta per tornare anche Aziza Brahim, cantante proveniente dal territorio conteso del Sahara Occidentale e da anni stabilitasi a Barcellona, dove ha preso avvio la sua carriera musicale. Il nuovo disco Mawja scaturisce da una serie di grandi difficoltà personali, tra gli anni del Covid, lutti familiari e la ripresa delle ostilità nella sua terra di origine, e torna alle sonorità del debutto Soutak del '14 (che se chiedete a me è un bene, visto che nel mentre la perdita di mordente si era fatta avvertibile). Abbiamo quindi bei groove, percussioni un po’ spagnole un po’ sahariane, e un bel po’ della peculiare e interessantissima scuola chitarristica sahariana ad accompagnare l’ottima vocalità della Brahim. Per ora abbiamo due brani, la dichiarazione di amore materno Thajliba e la trasognata Bubisher, dedicata all’omonimo uccello leggendario che porta buona sorte. Mawja esce il 23 febbraio per i tipi della Glitterbeat e promette bene.
Venendo al consueto folk isolano ecco un altro brano di Simon Jones, membro degli Harp & a Monkey e latore ultimamente di stranezze soliste ancora non collegate ufficialmente a un progetto discografico. Vi lascio stavolta all’inquietudine zampognara di Joan Peterson - The Witch of Wapping, ormai di un mesetto fa.
Chiudiamo coi singoli con Julie Abbé, del cui prossimo ritorno vi avevo detto già. Questa nuova Take Me Away è cantata in inglese — dal che possiamo arguire che il nuovo disco non sarà interamente in francese, come sembrava all’inizio — e sorprende col suo inaspettato piglio blues, sebbene il clarinetto ci riporti in un territorio più atteso. Lanternes d’Or, ripetiamo, esce in aprile.
Una grassa novità in campo colto, precisamente dalla Naxos: il direttore David Alan Miller e il pianista Kevin Cole, insieme alla National Orchestral Institute Philarmonic, stanno lavorando alla Gershwin Critical Edition, una serie di esecuzioni della musica di George Gershwin tesa a ricostruire le originali intenzioni compositive. A febbraio esce il disco comprendente la Rapsodia in Blu, la Seconda Rapsodia per piano e orchestra e la Rapsodia Cubana; per ora abbiamo solo un appetitoso trailer, che vi lascio.
Avviamoci alla fine con dei live: vi ho parlato della nuova formazione pan-cipriota (?) e ritmatissima Buzz’ Ayaz, nuova creatura del sempre irrequieto Antonis Antoniou. Ebbene, ecco la resa dal vivo di un altro brano, Arkos, tratto dal debutto la cui uscita è prevista per agosto. Sono sempre più ingolosito.
Sempre restando in area mediterranea, abbiamo anche Itihade degli Ifrikya Spirit, supergruppo algerino capeggiato da Chakib Bouzidi, qui alla kora per un brano danzereccio dal crescendo notevolissimo e dai sentori speziati al prog. Di nuove imprese discografiche all’orizzonte, ahimè, nulla so.
Per chiudere folkloristicamente, vi lascio un po’ di Irish trad: un medley di due brani eseguiti dal vivo dai poderosi Bonny Men, Brian Boru's March e The Broken Pledge, per Other Voices. Non ho trovato annunci di un seguito all’ultimo disco, The Broken Pledge del '20, ma tengo le antenne rizzate per farvi sapere.
E con questa ho finito; conto di tornare sul finire della settimana con la presentazione di un’uscita fresca, ormai è tempo di darci dentro. Nel chiudere, voglio ringraziarvi: non so precisamente che cosa sia successo, ma che sia per via della mia maggiore assiduità, della pubblicità che i miei fan mi stanno facendo o una combinazione di entrambe, la newsletter si sta facendo più nota e riscontro un incremento sensibile delle iscrizioni. Non cerco necessariamente il successo, di certo non al prezzo di compromessi su ciò che amo fare e sul modo in cui amo farlo, ma arrivare a sempre più persone mi fa senz’altro piacere. Se vi piace quello che combino, vi invito sempre a passare parola. Alla prossima!