Eccoci a sorpresa con un’altra rubrica, e dovrebbe essere l’ultima.
Tempo fa il mio affezionato lettore e collega newsletterato Pacione mi chiese perché non facevo una bella playlist settimanale dei brani che presentavo. Gli risposi che non avevo mai avuto nelle mie corde il far playlist e che non mi sentivo capace a farle, ma mi riservai di pensarci.
Ebbene c’ho pensato, pensandoci e ripensandoci emergeva sempre più nel mio ingolfato cervello che le playlist sarebbero state un valore aggiunto dopotutto, ho fatto un sondaggino lampo con un paio di lettori che conosco e sento di persona — e che mi hanno dato parere positivo —, e infine è sorto il proposito:
“Ma sì, dai.”
Ho provato a farne una su Spotify e che dire? È facile, veloce e, soprattutto, divertente un sacco (adesso capisco perché se ne fanno tante! Sempre svelto come una donnola, il vostro pifferaio di fiducia), col vantaggio ulteriore che la playlist piace alla gente che piace e che rappresenta un tappabuchi perfetto. E volendo aggiungere altri motivi1, inizio ad avere abbonati stranieri che usano il traduttore automatico per consultarmi, e qualcosa di più immediato come una playlist li può servire meglio.
Eccoci quindi con l’esordio di Piffero Playlist! Contro il parere di Pacione inizio facendola ogni due settimane circa (poi magari ci ripenso, non mettiamo limiti alla Provvidenza), precisamente con l’idea di farne una per ogni due aggiornamenti di altro tipo; e la faccio su Spotify — a malincuore, ma è ancora una piattaforma troppo utilizzata per fare diversamente. Verrà forse il giorno in cui imparerò a fare i mixtape, ma non oggi.
Ogni playlist comprenderà:
Un paio di selezioni da ciascuno degli ultimi dischi che vi ho presentato;
Gli ultimi brani singoli che ho presentato, nei limiti del possibile (se sono video ripresi dal vivo spesso non sono disponibili, per esempio), e magari anche uno o due brani in anticipo sulla presentazione che voglio farne;
Brani presi da dischi di cui non sono riuscito a scrivervi a suo tempo, ma di cui non ho cuore di tenervi del tutto all’oscuro;
Varie ed eventuali, vecchie e nuove: inserite per associazione d’idee, affinità, perché ne ho fatto menzione nei post, perché mi balzano in testa in quel momento o perché le ho ripescate per i fatti miei in quei giorni — tutti criteri di scelta più che ottimi, ne converrete.
L’idea è di totalizzare ogni volta una ventina di tracce che facciano suppergiù una buona ora e mezza di musica, direi più che sufficiente per allietare le faccende, i compiti tediosi, gli spostamenti o quel che vi va senza esagerare; intitolo il mischione in base al giorno di uscita, faccio il post e via. E già che ci sono, fornirò i link ai post precedenti in calce.
Così, eccovi la prima playlist della serie, con: Anna B Savage; Brigid Mae Power; Cole Stacey; The Curious Bards; Elisa La Marca; Gryphon; Kiran Ahluvalia; The Langan Band; Marianne Faithfull; Nic Jones; The Rheingans Sisters; Spiro; Trá Pháidín; Varo con John Francis Flynn; Yasmin Williams.
Divertitevi e fatemi sapere che cosa ne pensate nei modi che sapete — commento, risposta alla mail, testa di cavallo nel letto eccetera.
E statevi pronti, perché è la volta che mi scateno. Buon fine settimana e alla prossima!
Postcards From Lost Places — Cole Stacey
Cole Stacey è sia un turnista versatile (famoso, credo, soprattutto per la collaborazione con Midge Ure) sia il 50% degli India Electric Co., ecletticissimo duo britannico composto appunto da lui e da Joseph O’Keefe, pioniere di un’accogliente proposta folk-pop
Piffero Roundup #26
Piffero Roundup è la rubrica con cui tengo il passo delle musiche che ci interessano, raccontandovi un paio di dischi e qualche brano singolo di recente uscita.
Con prudenza, però: ricordate, non serve mai più di un motivo per decidere di fare una cosa, il di più è razionalizzazione. Possono essercene tanti e in genere ci sono, ma ne serve solo uno.
Tanta roba! Io ne ho fatta una su YouTube music con del Citypop (oddio sono andato a parare anche nel prog rock giapponese, ma sono dettagli)